domenica 26 aprile 2015

Dal Dosso di Erdona c'è un'ottima vista su

il Monte Disgrazia:



il Pizzo del Galli:



e la croce della Piazza:


giovedì 16 aprile 2015

sabato 11 aprile 2015

La croce del Nando.

Esattamente undici anni fa ci lasciava il nostro amico Nando. E' rimasto un grande vuoto a chi lo ha conosciuto.
Lo ricordo con nostalgia.

Il nostro amico Nando era una persona speciale e particolare.

Mi piace ricordarlo, anche perché, essendo io cresciuto a pochi passi da casa sua, quando ero bambino per me è stato quasi come un cugino più grande, da ammirare e da ascoltare (cose che ho fatto anche in età adulta).

Nando aveva girato il mondo, con navi e camion, ricordava sempre con affetto e nostalgia la sua nave di quando aveva fatto il militare (per lui sicuramente quella massa di ferro rappresentava un mondo unico, pieno anche di persone e amici), ma riusciva a godere in pieno la permanenza nel paese o nella valle. Gli piaceva girare e lo faceva senza problemi, ma contemporaneamente riusciva ad apprezzare la tranquillità di un ambiente ristretto. Ha dedicato parte della sua vita al luogo, al paese e alle altre persone, gli piaceva stare con gli altri, ma era chiaro come la famiglia per lui fosse un sicuro ed importante riferimento, come lui lo era per i parenti.  Era molto forte, con una struttura scheletrica e muscolare impressionante, ma qualche volta in lui appariva lo spirito di un bambino. Mi ricordo, per esempio, come gli brillavano gli occhi quando parlava delle figlie o della moglie. O la frase che ogni tanto ripeteva: “Mia moglie si chiama Concetta, ma non è di Taranto, è di Tartano”. Mentre la diceva gli si leggevano negli occhi i sentimenti che aveva per la sua Concetta. Mi faceva strano che un omone (io l’ho sempre visto grande) temesse un cagnolino piccolo e mansueto come il mio.

Qualche volta mi ritornano alla mente le sere, magari passate sul muretto della piazza della chiesa e che finivano per me sempre troppo presto, in cui mi raccontava episodi e la storia del paese di Rogolo. Nando aveva una notevole conoscenza degli avvenimenti passati del paese, che raccontava con tono pacato ed affettuoso, senza mai arrivare al pettegolezzo. Talvolta riportava le sue conoscenze solo se sollecitato dalle mie quasi insistenti domande (ma l’amicizia che ci legava mi permetteva di farlo, penso). La sua conoscenza del territorio ci tornava utile anche in occasione di manifestazioni sportive organizzate da quello che in passato definivamo il Gruppo Sportivo (“G.S.”).

Nando era una persona che riusciva a legare facilmente con gli altri e a trasmettere loro la sua tranquillità di spirito: la tranquillità della persona buona e forte, sicura di sé ma non presuntuosa, fiduciosa verso il prossimo, ma non sprovveduta (con il lavoro che faceva non si sarebbe potuto permettere di essere ingenuo).

Del “vecchio Nandone” (spesso lo chiamavo così) ricordo moltissime cose e molti hanno ricordi ancora più numerosi e intensi dei miei, mi piacerebbe che chi l’ha conosciuto ricordasse il suo carattere, in perfetta sintonia con quello di molti suoi amici e conoscenti rogolesi (ma non solo).