Questo blog ha lo scopo di presentare alcune foto di Rogolo (So) e dintorni. Le fotografie vogliono solo mostrare alcuni aspetti o alcuni angoli del paese. Chiunque volesse contribuire, può inviare all'indirizzo marco.cazzola55@gmail.com le proprie foto con nome dell'autore, eventuale commento e l'autorizzazione alla pubblicazione della foto sul blog. Ringrazio tutti coloro che vorranno collaborare. Cliccare sopra la foto per ingrandirla.
domenica 26 aprile 2015
sabato 11 aprile 2015
La croce del Nando.
Lo ricordo con nostalgia.
Il nostro amico Nando era una persona speciale e
particolare.
Mi piace ricordarlo, anche perché, essendo io cresciuto a
pochi passi da casa sua, quando ero bambino per me è stato quasi come un cugino
più grande, da ammirare e da ascoltare (cose che ho fatto anche in età adulta).
Nando aveva girato il mondo, con navi e camion, ricordava
sempre con affetto e nostalgia la sua nave di quando aveva fatto il militare
(per lui sicuramente quella massa di ferro rappresentava un mondo unico, pieno
anche di persone e amici), ma riusciva a godere in pieno la permanenza nel
paese o nella valle. Gli piaceva girare e lo faceva senza problemi, ma
contemporaneamente riusciva ad apprezzare la tranquillità di un ambiente
ristretto. Ha dedicato parte della sua vita al luogo, al paese e alle altre
persone, gli piaceva stare con gli altri, ma era chiaro come la famiglia per
lui fosse un sicuro ed importante riferimento, come lui lo era per i
parenti. Era molto forte, con una
struttura scheletrica e muscolare impressionante, ma qualche volta in lui
appariva lo spirito di un bambino. Mi ricordo, per esempio, come gli brillavano
gli occhi quando parlava delle figlie o della moglie. O la frase che ogni tanto
ripeteva: “Mia moglie si chiama Concetta, ma non è di Taranto, è di Tartano”.
Mentre la diceva gli si leggevano negli occhi i sentimenti che aveva per la sua
Concetta. Mi faceva strano che un omone (io l’ho sempre visto grande) temesse
un cagnolino piccolo e mansueto come il mio.
Qualche volta mi ritornano alla mente le sere, magari
passate sul muretto della piazza della chiesa e che finivano per me sempre
troppo presto, in cui mi raccontava episodi e la storia del paese di Rogolo.
Nando aveva una notevole conoscenza degli avvenimenti passati del paese, che
raccontava con tono pacato ed affettuoso, senza mai arrivare al pettegolezzo.
Talvolta riportava le sue conoscenze solo se sollecitato dalle mie quasi
insistenti domande (ma l’amicizia che ci legava mi permetteva di farlo, penso).
La sua conoscenza del territorio ci tornava utile anche in occasione di
manifestazioni sportive organizzate da quello che in passato definivamo il
Gruppo Sportivo (“G.S.”).
Nando era una persona che riusciva a legare facilmente con
gli altri e a trasmettere loro la sua tranquillità di spirito: la tranquillità
della persona buona e forte, sicura di sé ma non presuntuosa, fiduciosa verso
il prossimo, ma non sprovveduta (con il lavoro che faceva non si sarebbe potuto
permettere di essere ingenuo).
Del “vecchio Nandone” (spesso lo chiamavo così) ricordo moltissime
cose e molti hanno ricordi ancora più numerosi e intensi dei miei, mi
piacerebbe che chi l’ha conosciuto ricordasse il suo carattere, in perfetta
sintonia con quello di molti suoi amici e conoscenti rogolesi (ma non solo).