Un particolare della parete esterna dell'abside dell'abazia di Vallate:
Un blog di foto di Rogolo
Questo blog ha lo scopo di presentare alcune foto di Rogolo (So) e dintorni. Le fotografie vogliono solo mostrare alcuni aspetti o alcuni angoli del paese. Chiunque volesse contribuire, può inviare all'indirizzo marco.cazzola55@gmail.com le proprie foto con nome dell'autore, eventuale commento e l'autorizzazione alla pubblicazione della foto sul blog. Ringrazio tutti coloro che vorranno collaborare. Cliccare sopra la foto per ingrandirla.
domenica 11 febbraio 2024
sabato 20 gennaio 2024
domenica 14 gennaio 2024
martedì 29 agosto 2023
San Giorgio a Rogolo
Affresco di San Giorgio al Castello
Bassorilievo in polvere di marmo all'argine, alla fine del sentiero degli alpini
S. Giorgio
I suoi attributi sono: drago, palma (simbolo del trionfo della fede in
Cristo sulla morte e attributo dei martiri), armatura, stendardo costituito da
una croce rossa in campo bianco.
Fu un valente soldato sotto Diocleziano, ma rifiutò la religione romana e
per questo fu condannato a morte.
Secondo la tradizione, fu picchiato, sospeso, lacerato e gettato in
carcere, dove ebbe una visione di Dio, che gli predisse sette anni di tormenti,
tre volte la morte e tre la resurrezione.
Fu infine decapitato nel 303.
Le sue reliquie sono conservate in una chiesa di culto greco-ortodosso a
Lidda (Lod), in Israele.
Gli sono attribuiti dei miracoli, in vita e da morto.
Assieme a San Michele, è erede dell’immagine dell’eroe che uccide il drago,
simbolo del peccato. E’ la lotta del bene contro il male. Il suo culto divenne
molto diffuso in occidente e in tutto l’Oriente bizantino.
La leggenda dice che in uno stagno in Libia ci fosse un drago
che, con il solo fiato, uccideva le persone che incontrava. Per placarlo gli
venivano offerte due pecore al giorno, ma quando le pecore scarseggiavano, gli
si dovette offrire una pecora ed un giovane tirato a sorte.
Un giorno venne estratta la figlia del re, il quale offrì, per vederla
risparmiata, metà dei suoi averi. La popolazione che aveva visto tanti dei suoi
giovani morire, però, si ribellò e alla fine il re dovette rassegnarsi. Mentre
la giovane si stava dirigendo verso il lago, arrivò San Giorgio, che promise di
intervenire per salvarla nel nome di Cristo. Quindi salì a cavallo e
proteggendosi con la croce affrontò il drago ferendolo gravemente. Poi disse
alla principessa di avvolgere la propria cintura attorno al collo del drago,
che la seguì, docile, fino alla città. Successivamente tranquillizzò gli
abitanti terrorizzati, dicendo loro che se si fossero convertiti al
cristianesimo lui avrebbe ucciso il drago. Il re e la popolazione si
convertirono e il drago fu ucciso e trainato fuori dalla città da quattro paia
di buoi.
Si pensa che la chiesetta di S.
Giorgio del castello sia di origine longobarda. Non è difficile crederlo:
alcuni toponimi di Rogolo potrebbero essere di origine germanica: Gualdo, Erla
e non escluderei Erdona*, anche se l’origine dell’utimo nome potrebbe essere
addirittura etrusca o celtica. Anche alcuni nomi che potrebbero sembrare di origine
latina (tipo Fistolera) potrebbero derivare dal dialetto germanico, anche se
ora è molto difficile dirlo.
Il santo patrono dei Longobardi era San
Michele, ma anche San Giorgio,
per loro, era importante. Entrambi sono santi guerrieri, entrambi uccidono il
drago. I Longobardi, inoltre, erano venuti in contatto con la cultura bizantina,
che aveva una considerazione speciale per questo santo.
E’ tradizione che il giorno di S. Giorgio tutti i Rogolesi siano invitati alla chiesetta per una
messa. Per un antico lascito del 1403, i castellani offrono alla popolazione castagne e latte. Adesso gli ospiti
vengono anche da paesi vicini e non viene offerto solo quanto stabilito dal
lascito, però non mancano mai le castagne, magari cucinate per creare un buon
dolce, e il latte. I padroni di casa sono riusciti a conciliare la tradizione
con i tempi moderni, in un’atmosfera intima e molto ospitale. Di questa consuetudine ne fa cenno anche Melchionne Gioia.
In paese girava voce che il santo proteggesse anche il paese dai pericoli
del “fiume”. Il torrente San Giorgio,
nella storia, si è dimostrato talvolta pericoloso. Basta considerare che
l’attuale paese si trova sul conoide di deiezione del torrente o che delle
vecchie abitazioni testimoniano che una frana importante deve avere invaso il
paese. Occorre poi ricordare l’ultima importante frana del 1967, che qualcuno
ancora ricorda. Attualmente abbiamo un alto argine per proteggerci, esistono
alcune briglie per fermare o rallentare eventuali frane (la più grande e
conosciuta è quella della Serra) e in passato erano stati previsti dei lavori per
una briglia appena sotto al Serpèè, vicino ad Erla, poi non realizzati.
Proverbio che lega i due Santi: Se Sant Giorsc nun ghe sarèss,
gnanc San Michéé non pudarèss (A San Giorgio è tempo di semina, a San Michele
di raccolto, quindi “Non c’è raccolto senza semina”). Non so, però, se questo
proverbio appartenga anche alla tradizione di Rogolo.
(*) Wald (bosco/ foresta)= Gualdo (il suono wa- è stato spesso
latinizzato un Gu-,
esempi Walter/ Gualtiero; want/ guanto)
Erle (ontano)= Erla
Herde (mandria)= Erdona
NB: Queste mie congetture sono solo ipotesi che dovrebbero essere
verificate.
martedì 21 febbraio 2023
A quei tempi le persone si recavano in Erdona anche in inverno per portare al paese, anche a spalla o utilizzando delle slitte, legna o fieno.
La scritta fa forse riferimento alla fatica e ai pericoli affrontati dagli abitanti di Rogolo non per arricchirsi, ma per avere semplicemente qualcosa in più da mangiare.
Una foto di Rossi Giuseppe fornitami da Padelli Antonio.
sabato 2 aprile 2022
Corno di cervo